Vertigini cause e cure

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Ladybug
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Le vertigini











Vertigini – Sensazioni illusorie di una rotazione dell'ambiente attorno alla propria persona (vertigini oggettive) oppure di rotazione di sé stessi rispetto all'ambiente (vertigini soggettive).

Le vertigini non sono una patologia, ma un sintomo causato un disturbo a carico del senso dell'orientamento legato a un'alterazione delle funzioni dell'apparato dell'equilibrio (termine quest'ultimo che indica il senso della posizione e del movimento del corpo a livello spaziale).
Il soggetto che accusa la comparsa di vertigini riferisce di sensazioni alquanto spiacevoli come, per esempio, il giramento di testa, la sensazione della mancanza di un appoggio oppure quella di perdita dell'equilibrio; tutte sensazioni che possono scatenare ansia, nausea, vomito, diarrea, sudorazione fredda e tachicardia.

Vertigini: le diverse tipologie
Esistono diversi tipi di vertigini; è possibile effettuare una loro schematizzazione facendo riferimento agli organi o alle strutture interessati da particolari disturbi che originano la sintomatologia.
In base a tale criterio distinguiamo quindi tra:
■vertigini di origine otologica
■vertigini centrali
■vertigini cervicali
■vertigini da disturbi di muscoli e articolazioni
■vertigini visive.
Le vertigini di origine otologica rappresentano, con ogni probabilità, la forma di vertigini che si riscontra con maggiore frequenza. Il problema è generalmente legato ad alterazioni a carico della circolazione o della pressione dei liquidi che sono presenti nell'orecchio interno. Un'altra causa potrebbe essere la pressione esercitata da una massa neoplastica sui nervi che gestiscono l'equilibrio. L'orecchio interno svolge una duplice funzione, esso infatti funge sia da organo acustico sia da organo statico (ovvero regola il senso dell'equilibrio); al suo interno sono presenti delle cavità che contengono un liquido (l'endolinfa) che bagna le strutture nervose che si trovano all'interno di dette cavità; un'eventuale alterazione della pressione o della consistenza di tale liquido oppure problemi che interessino la sua circolazione possono causare vertigini che a seconda dei casi possono essere acute, croniche oppure ricorrenti. In diversi casi, alle vertigini possono associarsi problemi quali ipoacusia più o meno marcata e acufeni. Altri problemi che possono essere associati alle vertigini sono nausea, vomito e diarrea; il motivo è da ricercarsi nel fatto che l'endolinfa è in grado di stimolare alcune cellule gastriche e intestinali.
Vertigini di origine otologica possono essere dovute a problemi della circolazione sanguigna di tale sede oppure possono verificarsi occasionalmente a causa di una stimolazione eccessiva dell'endolinfa; è il caso di quando, per un qualsivoglia motivo, giriamo su noi stessi per poi interromperci bruscamente.
Le vertigini centrali sono disturbi causati dal fatto che il cervello non è in grado di coordinare e nemmeno di interpretare in modo corretto gli impulsi nervosi che gli arrivano.
Questa tipologia di vertigini è generalmente causata da patologie a carico del tronco cerebrale, del cervelletto oppure del cervello; insorgono solitamente in modo piuttosto subdolo e hanno un'intensità lieve o moderata e un andamento cronicizzante. La nausea, il vomito e i disturbi uditivi sono presenti molto raramente; nella maggior parte dei casi questi tipi di vertigine non impediscono né la deambulazione e nemmeno lo svolgimento delle normali attività quotidiane. In presenza di vertigini centrali il soggetto riferisce spesso la sensazione di navigare o quel senso di instabilità che prova chi assume una quantità eccessiva di sostanze alcoliche.
Le vertigini cervicali sono molto rare; sono provocate da impulsi anormali che i muscoli del collo inviano al cervello; in alcuni casi, gli spasmi dei muscoli sono all'origini di scariche nervose anomale che possono provocare le vertigini (ma più spesso instabilità); all'origine di tali spasmi possono esserci processi artrosici, traumi come il colpo di frusta, pressione eccessiva a carico dei nervi del collo.
Anche le vertigini da disturbi a carico di muscoli e articolazioni sono un fenomeno che si verifica molto raramente; la causa è generalmente dovuta a quelle patologie che provocano alterazioni della sensibilità (un caso tipico è la distrofia muscolare).
Le vertigini visive sono generalmente provocate da disturbi che interessano i muscoli oculari oppure da difetti rifrattivi. Questo tipo di vertigini sono caratterizzate da sensazioni di fastidio o di instabilità quando il soggetto fissa degli oggetti che ruotano oppure oscillano; si verificano spesso quando si compiono viaggi in macchina o in barca e sono associate a nausea. È possibile simulare la sensazione di vertigini visive se si cammina indossando occhiali da vista che appartengono a un altro soggetto. Il problema è sostanzialmente derivante dal fatto che le informazioni visive che giungono al cervello sono discrepanti rispetto alle informazioni vestibolari. Per ridurre l'entità del disturbo si può sdraiarsi in posizione supina e chiudere gli occhi.

Vertigini: le indagini diagnostiche
Per individuare l'esatta causa delle vertigini può essere necessario sottoporsi ad alcuni esami specifici come la radiografia della colonna cervicale, la risonanza magnetica cerebrale con contrasto, l'eco-doppler (per valutare l'integrità delle arterie vertebrali, responsabili dell'irrorazione sanguigna dell'organo dell'equilibrio), l'audiogramma (per analizzare il buon funzionamento uditivo) e i test di stimolazione del labirinto, ossia alcune prove tese a scoprire se le vertigini dipendono da disfunzioni ben precise dell'orecchio interno. Altri test che possono essere richiesti sono i test ematici, i test allergometrici ecc.
La cosa più importante è escludere che all'origine delle vertigini vi siano patologie gravi che possano mettere a rischio la vita del soggetto.
Una volta che sarà stata effettuata una corretta diagnosi si sarà in grado di intraprendere il trattamento più indicato alla risoluzione del problema.
Il trattamento delle vertigini
La scelta del trattamento da effettuare in caso di vertigini dipende ovviamente dai fattori scatenanti; se l'origine delle vertigini è di tipo cervicale si possono utilizzare le tecniche impiegate anche per l'artrosi e la pratica di alcuni esercizi volti a recuperare l'articolarità cervicale, oppure, per risolvere il problema del colpo di frusta, rivolgersi a un fisiatra o a un ortopedico. Diverso e più complesso il caso in cui la causa delle vertigini sia legata all'orecchio interno. In questi casi si ricorre all'uso di farmaci come antibiotici o antivirali (per la labirintite), diuretici e antistaminici (malattia di Menière), questi ultimi molto utilizzati per i lievi stati di vertigine dovuti per esempio a mal di mare o mal d'auto. Sono da sconsigliare nel trattamento delle vertigini tutte le numerose cure alternative che spesso vengono proposte come, per esempio, fiori di Bach e omeopatia); un'eccezione può essere rappresentata dal ricorso all'agopuntura che, in alcuni casi, ha dato prova di una certa efficacia.

Le vertigini legate all'altezza
Quando si parla di vertigini ci si riferisce frequentemente alla sensazione sgradevole che può dare il trovarsi in luoghi piuttosto elevati (un ponte, un tetto o un terrazzo) nel momento in cui si guarda nella parte sottostante. Si tratta delle cosiddette vertigini da altezza, non paragonabili a quelle descritte in precedenza poiché non riconducibili a nessuna delle malattie descritte. Esse sono infatti causate da un disturbo oculare-visivo legato al fatto che alcune persone non sono in grado di fissare le immagini di oggetti o persone da certe altezze (che possono anche consistere in pochi metri). L'organismo umano è strutturato in modo tale da adattarsi autonomamente alla situazione legata allo spazio che lo circonda, tramite segnali visivi e l'analisi delle distanze da certi punti di riferimento, ma in alcuni individui esiste un deficit in questo sistema che provoca un senso di smarrimento e di perdita dell'equilibrio. È difficile riuscire a trovare la causa specifica delle vertigini da altezza, anche se le teorie più seguite considerano il problema dal punto di vista ottico (rifrazione della luce e adeguamento della pupilla) e psicologico (stati di ansia e stress). Esistono alcuni rimedi per le vertigini d'altezza come gli esercizi Cawthorne–Cooksey, utili per imparare a fissare lo sguardo in diverse direzioni, muovendo la testa e il corpo; questi esercizi devono essere generalmente eseguiti per circa un quarto d'ora per due volte al giorno. A mo' di esempio indichiamo l'esecuzione di due di questi esercizi studiati per eliminare o quantomeno ridurre la fastidiosa sensazione di vertigini da altezza; il primo esercizio consiste nel guardare prima in alto e poi in basso per venti volte, dapprima molto lentamente e poi sempre più velocemente; successivamente si dovrà focalizzare un dito ponendolo alla distanza di un braccio dopodiché lo si dovrà muovere avanti e indietro per tre volte fino a raggiungere una distanza di circa 35 cm per poi riallontanare il braccio.
Un altro esercizio consiste nel piegare venti volte la testa prima in avanti e poi indietro, all'inizio molto lentamente e poi sempre più velocemente; terminata questa parte dell'esercizio si dovrà girare la testa per venti volte da un lato all'altro, prima lentamente e poi sempre più velocemente; durante tutto il tempo di esecuzione dell'esercizio è necessario tenere gli occhi aperti.


Le cause

Occorre sottolineare che le vertigini sono un sintomo e non una malattia e quindi si riferiscono a una disfunzione dell’apparato dell’equilibrio (o di sistemi cerebrali a questo connessi) causata da vari fattori. Vediamone alcuni.

Colpo di frusta. Per colpo di frusta si intende una traumatica escursione della testa come avviene, per esempio, in un tamponamento automobilistico. In questo caso il corpo viene proiettato violentemente in avanti mentre la testa viene spinta bruscamente indietro e successivamente, durante la fase di decelerazione e arresto dell’auto, in avanti. Le lesioni che derivano da questo particolare tipo di incidente (causate anche da "scontri" sportivi, cadute o traumi diretti alla testa) sono di diversa natura e gravità: la muscolatura del collo, le vertebre e, raramente, i dischi tra loro interposti possono infatti subire stiramenti, schiacciamenti, spostamenti. Ebbene i sintomi conseguenti (a volte silenti anche per settimane o per mesi) sono dolori locali, mal di testa, formicolii alle mani o al viso e, appunto, vertigini spesso accompagnate da nausea o vomito. Talvolta queste si presentano subito dopo l’incidente o il trauma perché il violento spostamento della testa provoca l’altrettanto veloce movimento del liquido interno dell’apparato dell’equilibrio (endolinfa); oppure si verificano più tardivamente perché i muscoli del collo si induriscono via via (contratture) tanto da comprimere, senza occludere, particolari vasi sanguigni (arterie vertebrali) che "nutrono" di sangue l’organo dell’equilibrio.

Artrosi cervicale. E’ questo un lento processo degenerativo delle strutture ossee della colonna vertebrale (causato da scarsa attività fisica, traumi, scorrette posizioni lavorative) che si modificano nella forma e nella posizione tra loro dando molte volte dolore locale e limitazioni ai movimenti. In alcune persone sofferenti di artrosi cervicale può accadere che la malattia causi (come descritto nel colpo di frusta) una compressione delle arterie vertebrali ruotando (e anche flettendo) il capo verso destra o verso sinistra. Conseguenza di ciò è la comparsa, spesso improvvisa e tante volte al risveglio mattutino, di vertigine e nausea (sindrome di Neri - Barré - Lieou). Le vertigini in questi casi insorgono anche durante normali attività della vita quotidiana, come per esempio quando si fa retromarcia con l’automobile, e non raramente possono essere l’unico segno della presenza di un’artrosi cervicale (quindi assenza di dolore).

Malattia di Menière. Una non rara causa di vertigini è la malattia di Menière. Questa, per cause non ancora ben definite (forse di natura circolatoria locale o come esito di otiti trascurate), è caratterizzata da un aumento abnorme del liquido ("endolinfa") situato dentro le strutture del "labirinto membranoso" dell’orecchio interno. La malattia in una prima fase si presenta con lieve diminuzione dell’udito e senso di ripienezza auricolare; in una seconda fase la diminuzione dell’udito (ipoacusia) si fa più franca ed è accompagnata da fischi auricolari (acufeni) e crisi vertiginose. Infine, nella terza fase, peggiora ancora la ipoacusia e le vertigini via via diventano più violente, molto frequenti e accompagnate da improvvise cadute a terra della persona sofferente (senza però mai perdita di conoscenza).

Labirintiti. Una delle più note cause di vertigine è sicuramente la labirintite, processo infiammatorio batterico o virale del labirinto membranoso (organo principale dell’equilibrio). E’ questa una malattia che in genere deriva da altre malattie, come per esempio la difterite (per fortuna da tempo sotto controllo grazie alle vaccinazioni infantili) oppure le otiti (infezioni dell’orecchio connotate da febbre e forte dolore) e che si distingue in una forma acuta e in una cronica. La prima ha come sintomi una o più crisi vertiginose accompagnate da segni di infezione come febbre, dolore auricolare e seria diminuzione dell’udito. La seconda è caratterizzata invece da numerose piccole crisi vertiginose con diminuzione dell’udito lentamente progressiva e scarsi segni infiammatori.

Intossicazioni. Non tutti sanno che è possibile soffrire di improvvise vertigini in seguito a intossicazioni. Accade infatti che in persone predisposte dopo un pasto copioso di frutti di mare, crostacei, oppure dopo assunzione di farmaci come il piramidone, l’acido acetilsalicilico e altri, possa insorgere una forte crisi vertiginosa senza diminuzione dell’udito (sindrome di Arslan) in cui si è incapaci di alzarsi o addirittura di muoversi nel letto.

Sindromi menieriformi. Esposizioni al freddo o al caldo intensi, stress, strapazzi fisici, tensioni psicologiche, stati ansiosi, pressione arteriosa bassa sono tutte cause non rare di vertigine. In questi casi gli "attacchi" possono essere lievi, transitori, oppure anche di una certa serietà fino ad assomigliare alla sindrome di Menière (da qui "sindromi manieriformi") senza però le caratteristiche fasi e la grave sordità conseguente. Attualmente non è ancora possibile stabilire con chiarezza quali sono le cause di queste sindromi e le ricerche sono tuttora orientate a dimostrare possibili disturbi del "microcircolo" sanguigno, irrorante la zona del labirinto membranoso, in persone con particolari predisposizioni (forse genetiche) alle vertigini.

La diagnosi del medico

Il "medico di famiglia" è la persona cui occorre sempre rivolgersi ai primi sintomi di vertigine perché molte volte le cause sono tempestivamente identificabili e così la conseguente terapia. Spesso il medico può richiedere la consulenza di uno specialista, un otorinolaringoiatra per i problemi inerenti le labirintiti, un fisiatra per quelli legati al colpo di frusta o all’artrosi cervicale, un neurologo per la sindrome di Menière, un medico - psicologo per i problemi di tipo menieriforme conseguenti s stress psicofisici o a sindromi ansiose. Di solito gli esami clinici cui è sottoposta una persona che soffre di vertigini sono:

Radiografia della colonna cervicale. E’ questa un’indagine radiologica eseguita sul tratto cervicale della colonna vertebrale per individuare eventuali processi artrosici o mal posizioni delle vertebre (per esempio conseguenti il colpo di frusta). Molte volte nel "vertiginoso" in cui si sospettano problemi della colonna cervicale vengono effettuate anche "radiografie dinamiche", cioè si "fotografano" con i raggi X le vertebre facendo flettere alla persona il capo in avanti, poi verso il lato destro e quello sinistro quindi in estensione verso l’alto. In questo modo si possono svelare "schiacciamenti" e spostamenti vertebrali che sono possibili cause, come già abbiamo descritto, di vertigini.

Eco - Doppler. Per osservare la pervietà delle arterie vertebrali (responsabili dell’irrorazione sanguigna degli organi dell’equilibrio) viene utilizzato l’Eco Doppler. Questo strumento diagnostico che sfrutta le onde sonore è simile a quello utilizzato per le ecografie in gravidanza, permette di scoprire eventuali compressioni delle arterie oppure "impedimenti" alla circolazione fluida del sangue dati per esempio, in età avanzata, anche da "placche" di arteriosclerosi (che sono anch’esse, quindi, causa di vertigini).

Audiogramma. Per quantificare deficit dell’udito anche minimi (importanti per differenziare varie cause di vertigini) viene usato l’audiogramma. L’apparecchio è un dispositivo elettronico che permette la somministrazione di suoni, aventi specifiche frequenze e particolari intensità, in entrambe le orecchie. La persona sotto esame dice di udire o meno questi suoni. Il risultato di questa indagine è un grafico (il vero e proprio audiogramma) da cui il medico trae importanti valutazioni, come per esempio la differenziazione tra la malattia di Menière e le più benigne sindromi menieriformi, oltre a deficit uditivi, acufeni.

Stimolazione del "labirinto". Per scoprire se le vertigini in una persona dipendono da disfunzioni specifiche dell’organo dell’equilibrio esistono particolari esami che vanno a studiare la reattività diretta del labirinto a diversi stimoli. La prova più semplice di stimolazione labirintica è una rapida rotazione, seguita da un arresto improvviso, eseguita facendo sedere la persona su di uno sgabello rotante. Poiché vi sono numerose connessioni nervose tra il "labirinto" e i muscoli che muovono gli occhi a destra e a sinistra, è impossibile con questa manovra studiare i movimenti oculari "oscillanti" (nistagmo) spesso presenti in molte malattie che danno vertigini. Un’altra prova è quella "calorica" che consiste nel provocare, in chi è malato, vertigine e nistagmo irrorando il canale esterno dell’orecchio con acqua a diverse temperature (dai 30 ai 44 gradi), individuando in questo modo, a seconda delle varie inclinazioni della testa, le specifiche zone malate del labirinto membranoso.

La medicina ufficiale: come cura

Poiché la vertigine, come si è descritto, è un sintomo causato da disfunzioni dell’organo dell’equilibrio oppure di apparati a esso collegati, la terapia dovrà essere necessariamente diversa da caso a caso. Esistono comunque farmaci che agiscono direttamente sul "sintomo" vertigine, da assumere però solo su prescrizione medica perché non privi di effetti collaterali. Fra questi gli antistaminici sono sicuramente i più utilizzati soprattutto nelle lievi vertigini accompagnate da vomito (mal di mare o mal d’auto) oppure nelle sindromi menieriformi. In queste ultime si impiegano anche tranquillanti (diazepam) con l’acido nicotinico (noto come vitamina PP o niacina). Se invece le vertigini derivano da labirintiti occorre assumere antibiotici o antivirali associando antivertiginosi come la scopolamina (disponibile come cerotto cutaneo) o la cinnarizina. Diversamente invece si affronta la malattia di Menière dove la terapia farmacologica è lunga fino ad anche 6-8 settimane con un’efficacia che varia dal 60 all’80 per cento dei casi. Nella prima e nella seconda fase si impiegano diuretici e una dieta priva di sale (per diminuire l’endolinfa in eccesso nel labirinto membranoso) unita ad antistaminici e ad alte dosi di vitamina PP (in passato la carenza di vitamina PP nella dieta provocava la "pellagra"). Nella terza fase, oltre ai farmaci, nel 3-5 per cento dei casi si ricorre all’intervento chirurgico (efficace per il 70 per cento delle volte) dove si vanno ad "allargare" le strutture che contengono l’endolinfa. In tutte e tre le fasi poi vengono insegnati particolari esercizi (di Cawthorne - Cooksey detti "vestibolari") che insegnano a evitare bruschi movimenti e ad avere consapevolezza delle posizioni del corpo con le loro variazioni, imparando così a controllare l’equilibrio nelle varie attività della vita quotidiana. Quando infine le vertigini sono dovute al colpo di frusta o all’artrosi lo specialista a cui rivolgersi è il fisiatra (oppure l’ortopedico nei casi chirurgici). Non trascurando i farmaci è qui necessario però impostare vari interventi terapeutici atti a "decontratturare" i muscoli del collo, ripristinare una corretta mobilità della colonna cervicale, ridurre le "compressioni" cervicali, impedire ulteriori blocchi muscolo - scheletrici. Può essere allora indicata la rieducazione fisioterapica con le metodiche di McKenzie, Menière o Bienfait, oppure la chiropratica per "sbloccare" le piccole articolazioni vertebrali soprattutto in conseguenza al colpo di frusta, la terapia fisica con trazioni, laser - terapia.

Ecco le cure "alternative"

Anche per le medicine cosiddette alternative le vertigini sono un sintomo e non una malattia. Vediamo allora come agopuntura, omeopatia e medicina psicosomatica curano le vertigini cercando di riportare l’equilibrio non solo nello specifico organo ma anche "globalmente" cioè in tutto l’insieme psicologico e corporeo della persona sofferente.

Agopuntura

Con l’agopuntura è sicuramente possibile risolvere uno stato sintomatico vertiginoso acuto utilizzando vari punti situati sulla sommità del capo, dietro le orecchie e "sciogliendo" le contratture dei muscoli del collo che quasi sempre sono contratti in queste situazioni. Per attuare però una duratura cura è necessario che il medico individui le cause dello squilibrio, psicologico e corporeo insieme, che provoca le vertigini. Per farlo è necessario far riferimento al sapere della medicina tradizionale cinese che spiega le vertigini nei seguenti modi:

Vuoto dell’energia renale. Nella fisiologia della medicina cinese l’energia renale è in relazione con le funzioni dell’udito e dell’equilibrio (insieme al sistema osseo, nervoso, all’eliminazione e al riassorbimento dell’acqua, ai capelli). Per cause congenite, fattori psichici come la paura, l’angoscia, lo stato ansioso, per malattie croniche debilitanti, per gli abusi sessuali, per gli sforzi mentali prolungati, per eccessi di alimenti caldi e speziati l’energia renale può consumarsi dando segni di "vuoto" dei reni. I sintomi che si presentano sono: vertigini, acufeni (fischi delle orecchie), diminuzione dell’udito, diminuzione della memoria con mente confusa, sensazione di gola secca, palmi delle mani e palme dei piedi molto calde, debolezza e dolori lombari, sudori notturni. Se il vuoto renale permane e si aggrava, le vertigini diventano più violente (sindrome di Menière) con grande stanchezza, piedi ghiacciati, vomito, diarrea, palpitazioni.

Eccesso di energia del fegato. Un’alimentazione troppo ricca di grassi, dolci, spezie, alcol, gli stati psichici come la collera (trattenuta), il risentimento, la frustrazione, l’irritazione secondaria a problemi familiari - sentimentali, di lavoro, ritmi di vita stressanti per i medici cinesi producono tutti un "surriscaldamento" del fegato. Tutto ciò porta a liberare "calore - fuoco" che, come in natura, sale verso l’alto dando i seguenti sintomi: vertigini, fischi particolarmente acuti alle orecchie, sapore amaro in bocca, sete, mal di testa alle tempie (pulsante), viso rosso, insonnia o sonno disturbato da continui sogni, diminuzione dell’udito, irritabilità, facili scatti di collera, stitichezza.

"Deficit" dell’energia dello stomaco. La vita in ambienti umidi, soprattutto in prossimità di fiumi e laghi, indossare abiti non perfettamente asciutti, le attività lavorative che mettono in continuo contatto con l’acqua, le preoccupazioni e gli eccessivi lavori intellettuali, gli orari disordinati dei pasti quotidiani (in particolare il "salto" o l’insufficiente pranzo) indeboliscono l’energia dello stomaco e della milza (organi, per i cinesi, tra loro associati). I sintomi di questo esaurimento energetico sono: vertigini associate a offuscamenti visivi, sensazioni di testa pesante e confusa, marcata stanchezza, distensione addominale con inappetenza, diarrea cronica, aspetto emaciato e pallido, gambe e caviglie gonfie, nausea, mancanza di desiderio di parlare.. La terapia in queste situazioni energetiche provocanti vertigini (in alcuni casi embricate tra loro) è il riequilibrio dei vari organi interessati con agopuntura, diete personalizzate, erbe cinesi da assumere in capsule o in forma di decotto, correzione dello stile di vita psicologico e delle attività quotidiane.

Omeopatia

Numerosi sono i rimedi omeopatici efficaci per le vertigini. Anche in questo campo medico alternativo però vi è la duplice possibilità di togliere il sintomo vertigine e di curare ciò che l’ha causato. Occorre in quest’ultimo senso un’attenta e particolareggiata indagine da parte del medico omeopata sui molteplici aspetti psicologici e fisici che caratterizzano una persona piuttosto che un’altra. In tal modo il medico svela la cosiddetta "tipologia" di base che individua una persona da un’altra che, per svariati motivi, può disequilibrarsi causando le vertigini. Facciamo un esempio di una "tipologia" che a volte soffre di crisi vertiginose, cioè il tipo Sulfur. E’ questa una persona tipicamente "calda", cioè spesso ha caldo in testa e alle piante dei piedi fino a sentirle talvolta "bruciare". Ama la doccia che lo tonifica e non il bagno che lo indebolisce; ha una mente ricca di idee e in continua attività; spesso ha momenti di depressione e può essere facilmente irritabile; molte volte sembra un tipo sicuro di sé anche se in realtà cerca "punti di appoggio", "punti di riferimento" cui affidare le proprie incertezze e i propri dubbi. Ebbene proprio quest’ultima caratteristica del tipo Sulfur è quella che può causare vertigini, quando cioè vengono a mancare persone o situazioni di "sostegno" cui la persona, quasi di nascosto si riferisce. In questo caso allora il procedimento terapeutico omeopatico sarà quello di somministrare appunto il "rimedio" Sulfur per armonizzare l’intero organismo.

Medicina psicosomatica

Secondo la scuola di medicina psicosomatica Riza quelle persone che amano vivere in una "dimensione esistenziale" in cui il "pensiero razionale" governa ogni cosa corrono il rischio di attuare via via nel tempo uno "stile di vita" tanto rigido da non permettersi mai di uscire dai limiti del "mondo concreto", divenuto così sempre più "unico vero appoggio sicuro". D’altro canto, come in ogni essere umano, in queste persone esistono altri aspetti "irrazionali" della personalità (come le emozioni, gli affetti, gli istinti, la fantasia, i sogni) che, trovando sempre meno spazio per esprimersi, cercano in qualche modo di comunicare al "mondo della testa" la loro esistenza.

Se si pensa, peraltro, a certi modi di descrivere le vertigini, come sbandare, essere disorientati, vacillare, barcollare, essere storditi, sentir girare la testa, si può notare che non solo richiamano tutti situazioni fisiche ma anche di tipo psicologico dove è chiaro il riferirsi a vissuti emotivi che possono allontanare la persona dai rassicuranti confini del pensiero razionale. Studi psicologici della personalità poi descrivono il "vertiginoso" come un individuo che vive come in una sorta di ambivalenza fra il mondo dell’alto (razionalità, etica, morale), e il mondo del basso (oscuro mondo degli istinti, delle incontrollabili emozioni, del "vortice" della passioni, temuto ma insieme desiderato, odiato e amato inconsciamente). Per la medicina psicosomatica allora la vertigine sembrerebbe essere un segnale d’allarme lanciato dalle parti personologiche irrazionali alla mente razionale divenuta troppo rigida e, paradossalmente, anche l’occasione perché l’individuo recuperi quelle parti psichiche di sé forse troppo a lungo trascurate.



Edited by skearti - 23/10/2012, 18:58
 
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