Lentamente muore-Martha Medeiros 2000

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vayiolet.ta
TOPIC_ICON12  view post Posted on 27/7/2012, 16:23     http://i42.tinypic.com/dwds01.gif   -1




Lentamente-Muore

Lentamente muore (A Morte Devagar) è una poesia della scrittrice brasiliana Martha Medeiros, pubblicata per la prima volta nel 2000 sul quotidiano Zero Hora di Porto Alegre, in Brasile.
Il testo della poesia da anni si diffonde sul web tramite posta elettronica e blog come una catena di sant'Antonio e spesso è erroneamente attribuito al poeta cileno Pablo Neruda.
Citazioni

Il 24 gennaio 2008 la poesia è stata letta nel parlamento italiano dal senatore Clemente Mastella in occasione del voto di fiducia che ha portato alla caduta del secondo governo Prodi , ed è stata erroneamente attribuita, dallo stesso senatore, a Pablo Neruda.

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero sul bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.



TESTO

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno.

Lentamentemuore chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi ricordandoci sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

 
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