Marea nera: Italia a rischio disastro ambientale

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vayiolet.ta
TOPIC_ICON12  view post Posted on 25/7/2012, 21:08     http://i42.tinypic.com/dwds01.gif   -1




image LE PIATTAFORME PETROLIFERE IN ITALIA


Marea nera: Italia a rischio disastro ambientale


Proprio così: le piattaforme petrolifere in Italia possono provocarci
un disastro ambientale molto simile a quello capitato in USA.
Lo scandisce uno studio condotto da Goletta Verde,
che lancia quindi un grido d’allarme sulle rotte del petrolio
in entrata e in uscita dai nostri mari.
Legambiente, infatti, sostiene che
“Siamo i più esposti a disastri ambientali“.
Del resto, come dargli torto?
Le trivellazioni nel nostro Paese non temono il confronto
con la recente sciagura causata dall’incendio della Deepwater Horizon,
poichè il richiamo del business è sempre e comunque più forte.

oca-petrolio

I DISASTRI AMBIENTALI DEL PETROLIO D’ITALIA.

I più grandi giacimenti d’Italia si trovano in Basilicata ed in Sicilia. Proprio in due delle più povere regioni dello Stivale. Ciò significa che il petrolio non porta ricchezza al nostro Paese. Sono gli investitori stranieri (ENI, Esso, Total…) che si arricchiscono. Sono bassissime le percentuali dei profitti del petrolio trivellato dal nostro sottosuolo che restano in Italia. Le royalties che ci riconoscono sono irrisorie.
Il governo inoltre, é molto compiacente sull’operato delle compagnie petrolifere, che molto spesso agiscono nella più completa inosservanza delle normali regole per la salvaguardia dell’ambiente e dei cittadini che vivono nei pressi dei giacimenti. É così che in Val D’Agri, in Basilicata, dove si trova il più produttivo giacimento italiano, si é trovato petrolio nel miele, le dighe sono inquinate, ci sono costanti morie di pesci, sorgenti idriche sono state chiuse, rifiuti della trivellazione vengono stoccati illegalmente su tutto il territorio circostante. Tutti i vigneti, meleti e campi di ortaggi nelle vicinanze sono stati contaminati. Fortunatamente non sembra che ci sia un parallelismo scientifico tra la sfacciata estrazione del petrolio e l’aumento dei tumori sul suolo lucano. Per ora.
In tutto ciò, il Ministero dell’Ambiente che ruolo svolge? Avete mai sentito parlare del disastro ambientale lucano? Avete mai sentito di salatissime multe ai responsabili di tutto ciò? Controlli, indagini, analisi, provvedimenti legali, cause giudiziarie…Nessun Ministro dell’Ambiente italiano ha mai fatto nulla.
In Norvegia, il governo pubblica pagine web mettendo a conoscenza tutti i cittadini dei problemi d’inquinamento e salute che le trivellazioni comportano. Ha elargito milioni e milioni di risarcimenti ai cittadini che hanno subito disagi o problemi di salute a causa del petrolio. Da noi tutto tace.
In Val D’Agri si produce soltanto il 6% del fabbisogno di petrolio italiano. Un disastro ambientale simile, vale il 6% e le bassissime royalties che rimangono in Italia? Perché allora il nostro governo é così accondiscendente verso le compagnie petrolifere? Che cosa ci guadagna? Niente. Gli investimenti di 15 anni fa, che le compagnie petrolifere hanno fatto in Italia per aver il permesso di trivellare il nostro suolo, sono stati accolti a braccia aperte dal Governo Italiano. Molti soldi subito, tanti soldi persi in prospettiva futura. Una sorta di pagamento “una tantum” ha spalancato le porte alla devastazione della Basilicata ed a un futuro di trivellazioni poco redditizie per gli italiani.
Gli investitori stranieri, consci della connivenza e incapacità contrattuale del nostro governo, hanno colonizzato i nostri giacimenti. L’unico che si oppose a tutto ciò fu Enrico Mattei. Il suo aereo purtroppo precipitò.
Le poche e scandalose leggi italiane sull’estrazione di petrolio, giocano tutte a favore delle compagnie petrolifere. La salute degli italiani non interessa al nostro esecutivo: ecco che i limiti legali per l’emissione di Diossina e Idrogeno Fosfato sono migliaia di volte superiori alla maggior parte degli altri paesi. Il Decreto Prestigiacomo del 2010 pone a 9 km il limite da riva per le trivellazioni in mare. In California, nel paese meno ambientalista del mondo, il limite é di 160 km. Che protezione può offrire al turismo, alla pesca, alla salute dei nostri bassi fondali un limite da riva così ridicolo? Finchè politici inetti come la Prestigiacomo si troveranno a decidere per la nostra salute, per tutti noi saranno guai seri. In Basilicata, per colpa di certi politici, sulle fette biscottate del mattino, si spalma del miele aromatizzato agli idrocarburi.
In Abruzzo (ad Ombrina Mare ed a Ortona), a Pantelleria e alle Isole Tremiti solo l’ostracismo dei cittadini che hanno subissato il Ministero dell’Ambiente di petizioni, lettere d’opposizioni, class action e ricorsi al TAR, hanno permesso che le trivelle si fermassero, scongiurando così nuovi disastri ambientali Made in Italy.
Le istituzioni italiane non funzionano. Della nostra salute se ne fregano, ergo, i nostri problemi ce li dobbiamo risolvere da soli. Il primo passo per far valere i nostri diritti é l’informazione. Un popolo attivo ed informato non potrà mai più essere sottomesso. Fino al 2010, nel Belpaese, non c’erano regole per l’estrazione del petrolio in mare. 5 anni fa si stava progettando di trivellare a 10 km da Venezia per sfruttare il giacimento della laguna. Certe cose in Italia non devono più accadere. Sta a noi vigilare costantemente sul sempre più disdicevole operato della nostra classe politica. La nostra arma é il web, ovvero l’anarchica ed incontrollata circolazione di notizie ed informazioni che per anni ci hanno taciuto. Ma vi rendete conto? Ci sono persone in Val D’Agri che hanno mangiato alimenti contaminati dal petrolio e, non solo il Governo non ha fatto nulla per loro, ma addirittura ha fatto in modo che nessuno ne parlasse! Tutto ciò deve finire.

trivellazioni-petrolio-ministero-ambiente-nuove-norme

Trivellazioni petrolio: nuove norme dal Ministero dell’Ambiente

In tema di trivellazioni per l’estrazione del petrolio il
Ministero dell’Ambiente ha dettato nuove norme.
Le nuove regole riguardano delle restrizioni per quanto concerne
le attività di ricerca e di estrazione degli idrocarburi.
Vengono imposti dei limiti relativi alle fasce di mare,
i quali hanno l’obiettivo di provvedere alla tutela ambientale.
Il Ministro Stefania Prestigiacomo a tal proposito ha dichiarato
che la nuova legge vuole essere un tentativo di proteggere
il patrimonio naturalistico italiano e di colmare in tal senso
una sorta di mancanza di chiarezza a livello legislativo.

In questo docu-video, Maria Rita D’Orsogna, fisico e docente universitaria,
ci fa il triste punto della situazione italiana:

VIDEO 1 DI 3

VIDEO 2 DI 3

VIDEO 3 DI 3



Edited by vayiolet.ta - 25/1/2014, 23:18
 
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