Aneddoti personaggi famosi

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daddoncino
view post Posted on 25/6/2012, 19:20     http://i42.tinypic.com/dwds01.gif   -1





ANEDDOTI PERSONAGGI FAMOSI



ANEDDOTI STORICI

A volte mi chiedo se tutti quelli aneddoti storici saranno veramente certi o favole, nonostante vi racconteró alcuni dove si dimostra la sagezza dei personaggi:
* Dante e i maligni.
Dante stava una volta in chiesa, ad ascoltar la santa messa; solo, in disparte e diritto,col suo fiero cipiglio, cosí profondamente assorto, che, al momento dell'elevazione, né si piegó, ne si chinó, né mosse labro, ne batté ciglio.
Per la qual cosa, alcuni falsi bigotti scandalizzati, interpretando questo suo contegno per indifferenza o per irriverenza verso le cose sacre, lo denunciarono al vescovo, il quale lo mandó a chiamare, per fargliene le rimostranze.
-Mi meraviglio- rispose con disdegno Dante- che mi accusino coloro i quali, mentr'io me ne stavo con l'anima tutta raccolta in Dio, in modo di non accorgermi nemmeno di quel che dovessi corporalmente fare, se ne stavano invece col corpo e con lo spirito tutti rivolti in me, senza pensare affatto a Dio.

**" Parla poco e ascolta assai"
A chi dobbiamo questa aurea sentenza? Al filosofo Demonáce, vissuto in Grecia nel II secolo avanti Cristo.
Gli aveva domandato un Ateniense, eletto a una carica importante, come doveva comportarsi.
- Parla poco e ascolta assai- gli rispose semplicemente Demonáce.
....questo mi riccorda...qualcuno..

***Luigi XII e il contadino
Il re di Francia Luigi XII trovó un giorno un suo gentiluomo, il quale stava maltrattando un contadino.Irritato,il Ré lo condannó a non cibarsi piú di pane.
- Ma, Sire,- protestó il gentiluomo- senza pane non potrei vivere.
-E perché allora- disse il re Luigi- maltrattate colui che ve lo fornisce?

****Maldicenza
Un tale riferí a Torquato Tasso che un suo amico andava dicendo male di lui con tutti.
-Lasciatelo dire- rispose Tasso- é meglio che egli dica male di me con tutti, piuttosto che tutti ne dicano con lui.

*****Per vedere come si fa.
Un ricco calzolaio invitó a pranzo Chopin, e dopo aver mangiato pregó il maestro di mettersi al pianoforte, Chopin voleva schermirsi, ma láltro insistette.
-Tanto per farmi vedere- soggiunse- come si fa
E Chopin dovette sonare. Ma alcuni giorni dopo fu lui che invitó a pranzo il calzolaio e dopo mangiato, fece portare in mezzo alla stanza un deschetto coi suoi attrezzi e pregó l'invitato di fargli una scarpa. Grande stupore di questo; ma Chopin fu irremovibile.
- Oh, siate buono! Tanto per farmi vedere - gli disse - come si fa.

Aneddoto su Winston Churchill:
A Paul Johnson, futuro storico, che appena diciassettenne gli pose questa domanda: «Mr Churchill qual è il segreto del successo nella vita?»; egli, girandosi, rispose serissimo: «Moderare lo sforzo!». E poi, con l'aria solenne di chi impartisce una lezione: «Mai restare in piedi quando si può restare seduti. E mai, mai stare seduti quando si può stare sdraiati».
Un altro aneddoto su Churchill veramente bello e divertente:
In un'altra occasione, quando al bar della Camera dei Comuni, la deputata Bessie Braddock lo apostrofò gelida: «Winston, sei ubriaco», lui si alzò e rispose: «Signora, lei è brutta. Ma io domani sarò sobrio».
Anche questo è veramente divertente:
La sua vera nemica, dentro e fuori il Parlamento dove Churchill non riusciva a capire perché mai dovessero entrare le donne (e perché mai dovessero votare essendo non tanto inferiori, ma diverse) era Nancy Astor, prima donna deputato in Gran Bretagna. Un giorno gli disse: «Winston, se tu fossi mio marito, ti metterei il veleno nel caffè». E Churchill rispose: «Nancy, se tu fossi mia moglie, lo berrei».

Aneddoto su Cesare:
inoltre di cesare si diceva che "cesare conquisò la gallia, farnace conquistò cesare", e che ogni volta che veniva a roma, i suoi avversari ammonivano le matrone: "donne, chiudete in casa i vostri mariti, arriva il pelato" (ironizzanti entrambe sulla sua presunta bisessualita). inoltre dicevano che "cesare fosse la moglie di ogni marito e il marito di ogni moglie".

Altri aneddoti:
Sembra che la regina Elisabetta I Tudor durante un'udienza tirò una ciabatta al suo primo ministro x farlo stare zitto...
Il pittore Piero di Cosimo (Firenze nel Rinascimento) era terrorizzato dai fulmini e quando c'era il temporale si rincantucciava in un angolo con il viso nel mantello a piagnucolare...
invece il Pontormo, altro pittore del 500 era convinto che volessero farlo fuori, quindi teneva un diario di tutto quello che mangiava e come si sentiva ( x paura degli avvelenamenti), dormiva in un soppalco al quale toglieva la scala una volta salito x evitare di essere aggredito nel sonno...
una volta Michelangelo e Raffaello si incontrarono x strada a Roma, Michelangelo era solo (come sempre), Raffaello aveva uno stuolo di amici al seguito...Michelangelo lo salutò con eccessiva reverenza prendendolo in giro e trattandolo come un re e la sua corte, Raffaello gli ribattè che al confronto lui era solitario come un impiccato...
Caravaggio era solito mangiare usando qualche suo quadro come tavolo, quando nn riusciva a procurarsi la tela la ricavava dalle lenzuola, venne accusato di aver tirato un piatto di carciofi bollenti in faccia a un cameriere xkè ci aveva messo troppo tempo...
poi una sera lo acciuffarono in un vicolo di notte accanto ad un uomo mezzo morto e lui x difendersi disse che era in quello stato xkè gli era cascata una tegola in testa...
Alessandro Magno, trovandosi ad Atene, volle vedere Diogene. Andò dunque, circondato dalla sua splendida corte, a visitare il filosofo nella sua botte, e, standogli dinanzi, gli domandò che cosa poteva fare per lui e dimostrargli così la sua ammirazione: − Levarti dal sole! − fu la risposta di Diogene. I cortigiani si indignarono per questa risposta altezzosa, ma Alessandro ne restò ammirato e disse: − Se non fossi Alessandro vorrei essere Diogene.
Un giorno Aristippo portò ad Anassagora la notizia della morte del figlio; il filosofo, senza scomporsi, rispose: "Io già sapevo di averlo fatto mortale".
Un giorno fu chiesto a Beethoven di dare un giudizio su Bach (ruscello in tedesco), al che il grande compositore rispose: "Non è un ruscello, è un mare!".
Diogene di Sinope, detto il Cinico, fu introdotto da un tale in una casa suntuosa proibendogli di sputare. Diogene allora si schiarì la gola è gli sputò in faccia, dicendo di non essere riuscito a trovare un posto peggiore per farlo.
Diogene amava la povertà al punto di decidere di abitare in una botte e di possedere soltanto una scodella. Ma un giorno, vedendo un bambino che beveva dal cavo della mano, gettò via anche la scodella esclamando: "Un fanciullo mi ha dato lezione di semplicità".
Alexandre Dumas (padre) e Honoré de Balzac non erano in buoni rapporti. Un giorno si incontrarono per combinazione in casa di amici. Balzac, rivolgendosi a Dumas, disse ad alta voce: "Quando sarò rimbecillito scriverò anch'io per il teatro". "Allora comincia subito", rispose Dumas.
Al Théatre Français, durante una prima, Alexandre Dumas padre era seduto accanto all'autore, Alexandre Soumet. A un tratto egli scorge uno spettatore addormentato, e lo indica a Soumet: "Guarda un po' gli effetti del tuo lavoro!" Il giorno dopo, viene rappresentata una commedia di Dumas. L'autore è in teatro. Ed ecco che Soumet gli si avvicina e gli mostra un signore che, nella sua poltrona di platea, dorme placidamente. "Vedi, caro Dumas, che anche i tuoi lavori possono far venire sonno?" "No, no", ribatté pronto Dumas, "è sempre quel signore di ieri che non si è ancora svegliato".
Il 30 giugno 1860 si verifica il primo scontro pubblico tra i sostenitori della teoria evoluzionistica di Charles Darwin, rappresentati dal naturalista inglese Thomas Huxley (autodefinitosi il "mastino di Darwin") e i credenti all'immutabilità creazionistica, rappresentati, invece, dal vescovo di Oxford Samuel Wilberforce (detto "Soapy Sam", Sam il viscido). In occasione del meeting annuale dell' Associazione britannica per l'avanzamento della scienza, Wilberforce afferma provocatoriamente: "Vorrei chiedere a Mr. Huxley se è per parte di suo nonno o per parte di sua nonna che discende da una scimmia". La risposta di Huxley non si fa attendere: "Se mi si chiede se preferirei avere una miserabile scimmia come nonno, oppure un uomo altamente dotato dalla natura, che possiede molte facoltà e grande influenza, e che tuttavia utilizza queste facoltà e questa influenza al solo scopo di introdurre il ridicolo in una grave discussione scientifica, non esito ad affermare la mia preferenza per la scimmia".
Albert Einstein morì all'ospedale di Princeton il 18 aprile 1955. Prima di essere cremato, e senza che la famiglia fosse informata, il patologo Thomas Harvey eseguì l'autopsia del corpo dello scienziato, e senza alcuna autorizzazione prelevò il cervello tenendolo per sé. Quando la famiglia Einstein venne a sapere dell'asportazione del cervello, lasciò che il dottor Harvey lo conservasse, a condizione di usarlo unicamente per la ricerca scientifica e non per scopi commerciali. In seguito, il dottor Harvey diede tre parti del cervello di Einstein ad altri scienziati. Una di questi, la dottoressa Marian Diamond, pubblicò nel 1985 i risultati di una propria ricerca sull'Experimental Neurology. Da essa risulta che il cervello di Einstein conteneva un numero di cellule gliali superiore alla media nelle aree dell'emisfero sinistro, quelle, cioè, che controllano le capacità matematiche e linguistiche. Un'immagine ingrandita delle cellule gliali di Einstein è oggi esposta alla Lawrence Hall of Science di Berkeley.
Quando nel 1933 Sigmund Freud fu informato del fatto che in Germania i suoi libri erano stati bruciati pubblicamente, esclamò: "E poi c'è chi nega il progresso! Oggi si accontentano di bruciare i miei libri, nel Medioevo avrebbero bruciato anche me".
Una famosa attrice infastidiva continuamente il grande regista Alfred Hitchcock sull'angolazione dalla quale riprenderla con la cinepresa. Ogni giorno insisteva perché la si inquadrasse dal suo lato migliore, finché Hitchcock sbottò: "Mia cara, è impossibile riprendere il tuo lato migliore perché ci stai sempre seduta sopra".
Commissario d'esami, Immanuel Kant chiese a uno studente: "Sa dirmi qual è la causa delle aurore boreali?". L'allievo, assai confuso, rispose di averlo studiato, ma di averlo dimenticato. "È un vero peccato", disse Kant, "lei era l'unica persona al mondo a saperlo".
Il grande scienziato francese Pierre-Simon Laplace desiderava consegnare una copia della sua opera Esposizione del sistema del mondo, composta nel 1796, a Napoleone Bonaparte. Avevano riferito all'Imperatore che il libro non conteneva alcun cenno al nome di Dio, e Napoleone, cui piaceva porre domande imbarazzanti, ricevette Laplace facendogli l'osservazione: "Signor Laplace, mi dicono che lei ha scritto questo grande libro sul sistema dell'universo, e non ha mai menzionato nemmeno una volta il suo Creatore". Laplace, che era fermamente convinto di questo punto della sua filosofia, si fermò e rispose senza mezzi termini: "Sire, non avevo bisogno di questa ipotesi". Napoleone, molto divertito, raccontò questa risposta a un altro grande scienziato, Joseph-Louis Lagrange, il quale esclamò: "Ah! Questa è una bellissima ipotesi; essa spiega molte cose".
Un giorno Michelangelo fece una statua di Cupido e, dopo avergli spezzato un braccio, la sotterrò in un luogo dove sapeva che si sarebbe scavato. Quando si trovò il Cupido tutti erano persuasi che si trattasse di una statua antica. Allora Michelangelo mostrò il braccio spezzato e rivelò lo scherzo.
Un ragazzo chiese a Mozart come si faceva a scrivere una sinfonia. "Sei molto giovane" gli rispose Mozart "perché non cominci con una ballata?" L'aspirante musicista insisté: "Ma voi avete cominciato a comporre sinfonie a dieci anni". "Sì, ma non ho mai chiesto come si fa".
Un giorno Platone rimproverò un suo discepolo per averlo trovato intento a giocare a dadi. "Ma io gioco sempre somme piccolissime", disse il discepolo. "Io non ti rimprovero per il denaro", rispose Platone, "ma per il tempo che perdi".
Una volta Socrate si recò fuori da Atene, e trovandosi in un Paese straniero gli fu chiesto di quale luogo fosse cittadino. Socrate rispose: "Sono cittadino del mondo".
Alle insistenze della madre che lo voleva accasato e che gli chiedeva perché non si sposasse, Talete rispondeva sempre: "Non è ancora tempo". Una volta in età avanzata, alle sue insistenze replicò: "Ormai è troppo tardi".
Per Talete tra il vivere e il morire non c'era alcuna differenza. "Allora perche non muori?", gli chiese un tale. "Perché non c'è differenza", rispose lui.
Una sera Voltaire, mentre discuteva di religione con alcuni amici filosofi, disse: "Se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo". Allora Diderot rispose: "È appunto quello che hanno fatto".

Edited by Imperatore61 - 26/6/2012, 11:06
 
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