Daw Aung San Suu Kyi - Politica Birmana

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vayiolet.ta
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Daw Aung San Suu Kyi




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Daw Aung San Suu Kyi nasce a Rangoon nel 1945. È figlia del generale Aung San, padre della Birmania moderna assassinato nel 1947. Nel 1988 fonda la Natonal League for Democracy (Nld), partito che vincerà le elezioni del 1990 assicurandosi oltre l’80% dei seggi. Nonostante la schiacciante vittoria i militari non hanno permesso alla Nld di governare e continuano a detenere il potere con la forza.

A causa della sua attività politica Aung San Suu Kyi ha passato oltre 18 degli ultimi 24 anni agli arresti domiciliari. L’ultimo arresto nel maggio del 2003 ad appena un anno dalla sua liberazione. Assieme a lei la Giunta militare continua a detenere un numero imprecisato di prigionieri politici (si stima che siano oltre mille).

La comunità internazionale ha più volte richiesto il rilascio di Aung San Suu Kyi e le ha attribuito importanti riconoscimenti, come il premio Nobel per la pace e il premio Sakharov per la libertà di pensiero.

Aung San Suu Kyi lotta per una svolta democratica nel suo Paese e per raggiungere questo scopo segue i principi di pace e non violenza enunciati da Mohandas Ghandi. Il suo nome, a causa delle molte analogie, vene spesso affiancato a quello di Nelson Mandela, che dopo aver passato 26 anni in carcere è stato protagonista di un processo di riconciliazione e di democratizzazione in Sud Africa. L’augurio è che la Birmania di Aung San Suu Kyi possa vivere il più presto possibile in democrazia lo stesso processo di pacificazione e riconciliazione.




1945, 19 giugno:Nasce a Rangoon, capitale della Birmania. È figlia del generale Aung San (eroe nazionale che ha portato la Birmania all’indipendenza dal dominio britannico) e di Daw Khin Kyi.

1947, 19 luglio:Aung San Suu Kyi perde il padre: il generale Aung San è infatti assassinato assieme ad altre 9 persone mentre partecipava a una seduta di governo.

1960: La madre Daw Khin Kyi è nominata ambasciatore birmano in India; Suu Kyi la segue.

1964-1967: Si laurea in Filosofia, Scienze Politiche ed Economiche al St. Hugh’s College, Università di Oxford.

1969-1971: Assistente al Segretariato delle Nazioni Unite quando la carica era ricoperta dal birmano U Thant.

1972: Ricercatrice al Ministero degli affari esteri, nel Bhutan. Si sposa con il Dr. Michael Aris, cittadino britannico.

1973-1977: Nascita dei due figli: Alexander a Londra (1973) e Kim a Oxford (1977)

1985-1986: Le viene assegnata una borsa di studio al Centro studi del sud-est asiatico, Università di Kyoto.

1987: Borsa di studio all’Istituto indiano di studi superiori, Simla.

1988, marzo: Ritorna in Birmania per assistere la madre malata mentre nel Paese esplode la protesta pacifica degli studenti contro il regime militare di Ne Win.

1988, 23 luglio: Il generale Ne Win, capo assoluto del paese, è costretto a dimettersi dopo 26 anni di potere assoluto.

1988, 8 agosto: La polizia uccide migliaia di persone e reprime nel sangue le manifestazioni popolari.

1988, 26 agosto: Mezzo milione di persone assistono al primo famosissimo discorso di Suu Kyi davanti la Pagoda di Shwedagon, a Rangoon.

1988, 18 sett.: Viene fondato lo SLORC, State Law and Order Restoration Council, direttivo formato da militari che assume la guida del Paese. Dal 1997 lo SLORC cessa di esistere e la Giunta militare forma l’SPDC, State Peace and Development Council.

1988, 24 sett.: Suu Kyi con altre eminenti personalità fonda il partito d’opposizione National League for Democracy (Nld).

1988, 27 dic.: Muore Daw Khin Kyi, madre di Suu Kyi. Durante i funerali si raduna una folla immensa. Partecipano anche i vertici militari.

1988-1989: Dal giugno 1988 all’ottobre 1989 tiene circa mille discorsi per tutto il paese.

1989, 19 luglio: Aung San Suu Kyi viene messa agli arresti domiciliari.

1990, 27 maggio: La NLD vince le elezioni assicurandosi oltre l’80% dei seggi.

1990, 12 ottobre: Le viene assegnato il “Rafto Human Rights Prize” 1990

1991, 10 luglio: Le viene assegnato il Premio Sakharov per la libertà di pensiero.

1991, 1 ottobre: Le viene assegnato il Premio Nobel per la Pace.

1991, 10 dic.: Viene pubblicata a Londra la raccolta di scritti di Suu Kyi “Freedom from fear”.

1994, 21 gennaio: Viene prolungata la detenzione di Suu Kyi che stava per scadere dopo 5 anni.

1994, 14 febb.: Bill Richardson, membro democratico del Congresso USA, e Philip Shenon, reporter del New York Times, sono autorizzati dallo SLORC a visitare Suu Kyi.

1994, 20 sett.: Il Generale Than Shwe e il Generale Khin Nyunt incontrano per la prima volta dal suo arresto Suu Kyi.

1994, 28 ottobre: Secondo meeting fra Suu Kyi e il Generale Khin Nyunt.

1995, 10 luglio: Aung San Suu Kyi è rilasciata dagli arresti domiciliari.

Nella foto, luglio 1995, Aung San Suu Kyi esce da casa dopo 6 anni di detenzione.

1996, 13 marzo: Suu Kyi viene costretta dallo SLORC a cancellare un viaggio a Mandalay.

1996, maggio:Lo SLORC fa arrestare alcuni importanti esponenti dell’NLD e organizza una campagna diffamatoria contro Suu Kyi.

1998, 23 luglio: L’auto di Suu Kyi viene bloccata dai militari. Il premio Nobel per per protesta rimane chiusa nella vettura senza mangiare né bere per 5 giorni.

1998, agosto:Suu Kyi cerca di raggiungere il convegno dell’NLD nella città di Bassein ma viene bloccata di nuovo dai militari.

1999, 27 marzo: Muore Michael Aris, marito di Suu Kyi.

2000, 12 marzo: Le viene assegnato il premio “Freedom of The City” a Dublino

2000, 24 agosto: Viene fermata mentre cercava di lasciare Yangon per raggiungere i colleghi di partito.

2000, 3 sett.: Blitz contro la NLD: la Giunta arresta oppositori politici e sequestra documenti. La Giunta militare arresta molti componenti della NLD e sequestra documenti.

2000, settembre: Suu Kyi viene di nuovo bloccata mentre cercava di lasciare Yangon.

2000, 22 sett.: Aung San Suu Kyi viene messa per la seconda volta agli arresti domiciliari.

2000, 7 dicembre: Il presidente USA Clinton le assegna la Medaglia per la Libertà.

2002, 6 maggio: Aun San Suu Kyi viene liberata dopo 19 mesi di arresti domiciliari e le vengono assicurate ampie libertà.

2003, 3 gennaio: Non viene concesso a Suu Kyi il permesso di rilasciare un messaggio telefonico all’Asian Social Forum che si stava tenendo a Yangon.

2003, 9 gennaio: Incontra il Ministro degli esteri giapponese.

2003, 31 gennaio: Due rappresentanti di Amnesty international sono autorizzati ad incontrare Suu Kyi.

2003, 30 maggio: Aung San Suu Kyi viene messa per la terza volta agli arresti domiciliari. L’arresto avviene in circostanze drammatiche: il convoglio di Aung San Suu Kyi viene inspiegabilmente attaccato da un gruppo di militari causando la morte di diverse persone.

2004: le condizioni di salute della Signora peggiorano.

2008, 6 maggio: il Congresso degli Stati Uniti riconosce ad Aung San Suu Kyi la Medaglia d’Onore, massima onorificenza del Congresso.

2009, 3 maggio: un cittadino statunitense raggiunge a nuoto attraverso il lago Inya l’abitazione di Suu Kyi, violando l’isolamento.

2009, 11 giugno: la giunta militare rinnova gli arresti domiciliari per 18 mesi.

2010, 13 novembre: la Signora viene liberata ed è relativamente libera di muoversi per il Paese.


Pensiero politico di Aung San Suu Kyi

Democrazia, pace, e rispetto dei diritti umani: sono questi i pilastri fondamentali del pensiero politico di Aung San Suu Kyi. Accusata di essere portatrice di valori tipicamente occidentali ed estranei alla cultura locale, Suu Kyi dimostra come al contrario questi valori siano straordinariamente connessi alla tradizione birmana ed ai valori buddisti.

In un saggio intitolato “In Quest of Democracy” il premio Nobel scrive:

“Dove non esiste giustizia non vi è pace duratura. … Le leggi giuste che salvaguardano i diritti umani sono il fondamento necessario della pace, della sicurezza e possono essere negate solo da menti chiuse che interpretano la pace come silenzio di tutta l’opposizione e la sicurezza come garanzia del loro potere. I Birmani paragonano pace e sicurezza con la frescura e l’ombra:


L’ombra di un albero è fresca davvero

L’ombra dei genitori è più fresca

L’ombra dei maestri ancor più fresca,

L’ombra del governante ancora di più

Ma la più fresca di tutte è l’ombra degli insegnamenti di Bhudda.

Così, per garantire al popolo la frescura protettrice della pace e della sicurezza, i governati devono osservare i precetti di Bhudda. Fondamentali per questi insegnamenti sono i concetti di verità, giustizia e gentilezza. E’ un governo basato proprio su queste qualità che il popolo birmano sta invocando nella sua lotta per la democrazia.”

Aung San Suu Kyi, sin dal suo primo famosissimo discorso alla Pagoda di Shwedagon, spiega che anche suo padre, l’eroe nazionale birmano generale Aung San, era favorevole all’ordinamento democratico. In quella occasione lesse alcune righe scritte dal padre:

“Dobbiamo far diventare fede popolare la democrazia; dobbiamo cercare di costruire una Birmania libera in conformità a questa fede. In caso contrario, il popolo ne soffrirà. Se la democrazia dovesse fallire, il mondo non potrà rimanere in disparte a guardare e quindi un giorno la Birmania verrebbe disprezzata come il Giappone e la Germania [fascista]. La democrazia è l’unica ideologia coerente con la libertà. È anche un’ideologia che promuove e rafforza la pace e quindi l’unica a cui dobbiamo aspirare.”

La Giunta militare che governa il Paese venera il generale Aung San come il padre della Birmania moderna, ma considerano la democrazia “un valore occidentale”. A questa preferiscono una alternativa locale, come una via nazionale al socialismo (via birmana al socialismo, sulla falsa riga della via cinese al socialismo) o al alla democrazia, ma in questo caso solo “quando il popolo ne sarà pronto”. Aung San Suu Kyi sottolinea però che la strada della “via nazionale o locale al socialismo o alla democrazia può essere troppo facilmente manovrabile da episodi storici e valori sociali distorti scelti accuratamente per giustificare la politica e le azioni di chi detiene il potere.” In sostanza, spiega il premio Nobel, porre l’accento sulla via nazionale ha “l’effetto di evidenziare la continuità culturale sia come metodo che come obiettivo; questo elimina la necessità di definire la democrazia o il socialismo in termini istituzionalmente o proceduralmente specifici e, infine, eleva l’elite politica esistente alla posizione indispensabile di arbitro e interprete definitivo di che cosa contribuisca o meno alla conservazione dell’integrità culturale.”


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Nella foto, Aung San Suu Kyi durante un comizio tenuto nell’Arakan dopo la seconda liberazione.



Democrazia e cultura metropolitana

“La capacità di giustizia dell’uomo rende possibile la democrazia, ma la sua tendenza all’ingiustizia la rende necessaria”, Clinton Rossiter

Secondo la Giunta militare birmana (che vede negli Stati Uniti lo stereotipo della democrazia tradizionale occidentale) il sistema democratico é portatore di valori egoistici consumistici, di una cultura metropolitana e della superpotenza. Aung San Suu Kyi riconosce che sia negli Usa che in altre democrazia avanzate si registrano questi fattori, ma li imputa più al materialismo moderno che alla democrazia. La cultura egoistica consumistica metropolitana, spiega il premio Nobel, è figlia di un’eccessiva concorrenza economica, volta ad elevare il successo materiale per acquisire prestigio: “ne risulta una società i cui valori culturali e umani vengono accantonati e regna supremo il valore del denaro”.

Aung San Suu Kyi sa bene che il modello democratico occidentale non è perfetto, ma lo considera necessario perché è l’unica risposta all’universale domanda di una forma di governo capace di fornire sicurezza senza soffocare la libertà. Se il potere è concentrato nelle mani di pochi, di un gruppo dominante senza opposizione, questo perseguirà necessariamente una politica volta a servire i propri interessi, cadendo nella trappola del materialismo e del desiderio di potere. Inoltre i poveri, che già difficilmente possono farsi sentire in una sistema democratico, sono completamente estromessi da ogni voce in un sistema autoritario.

Democrazia quindi, perchè necessaria a perseguire la giustizia, ma ricordandosi sempre che è l’uomo, non l’economia, il suo cuore pulsante.

Non è con il progresso economico che si arriva alla democrazia

La Giunta militare birmana non ha ratificato il risultato delle elezioni del 1990 che vide la schiacciante vittoria delle opposizioni democratiche. I militari hanno motivato questa scelta, come già accennato, con la giustificazione che il popolo non era ancora pronto a poter scegliere il proprio futuro. Hanno poi dichiarato l’intenzione di muoversi in futuro verso istituzioni democratiche, ma hanno chiarito che per arrivare a questo traguardo è necessario in un primo momento privilegiare la crescita economica.

Aung San Suu Kyi critica in toto queste decisioni della Giunta. Secondo il premio Nobel considerare i cittadini non capaci di poter decidere del proprio futuro è offensivo nei confronti del popolo ed inoltre è deleterio sopravvalutare il potere dell’economia elevandola a “chiave che può aprire ogni porta”. Se si segue questo tipo di approccio, spiega Suu Kyi, “è naturale che il valore dell’uomo venga deciso, prevalentemente, o anche completamente, dalla sua efficienza quale strumento economico.” Questo porterebbe ad una contrapposizione rispetto alla ragionevole visione “di un mondo in cui istituzioni economiche, politiche e sociali lavorino per servire l’uomo e non viceversa”. La visione economico sociale del premio Nobel è un sistema in cui “cultura e sviluppo si integrino per creare un ambiente in cui il potenziale umano possa realizzarsi appieno”. Una società, quindi, che privilegia lotta alla povertà, cultura, libertà, democrazia e diritti umani ad economia e progresso, perché, continua, “non è sufficiente limitarsi a fornire ai poveri assistenza materiale. Devono esser messi in condizione di non considerarsi più sprovveduti e inefficienti in un mondo indifferente”.





Edited by vayiolet.ta - 12/9/2013, 22:25
 
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